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Essere arbitro

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VEDERE IL CALCIO DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA

La regola n° 5 del Giuoco del Calcio è senza dubbio il ruolo più difficile in campo. Per chi ha giocato a calcio come me per circa 25 anni si starà chiedendo: “Qual è la regola n° 5?”. Forse una piccola percentuale, senza pensarci (e sapere), risponde: “Il ruolo più difficile è quello del portiere!”.

L’arbitro! Questa è la regola n° 5.

“Ogni gara si disputa sotto il controllo di un arbitro, al quale è conferita tutta l’autorità necessaria per far osservare le Regole del Gioco nell’ambito della gara che è chiamato a dirigere.”

Nella mia lunga carriera da calciatore, calcando campi dall’oratorio alla provincia, per passare poi in regione, fino arrivare ai nazionali, ho sempre visto il calcio dal punto di vista di squadra, fatto di tattiche, condizione fisica, sincronia e dialogo con i compagni… Ogni partita rappresenta una battaglia dove una delle due squadre non vuole perdere.

Essere arbitro è vedere il calcio da un altro punto di vista, dove gli obbiettivi non cambiano. Anche una semplice partita dei Giovanissimi è la partita dell’arbitro. L’arbitro impara a conoscere le caratteristiche e le intenzioni dei giocatori di una squadra più velocemente degli avversari. E lo fa per entrambe le squadre. L’arbitro percorre in media 11/12 Km a partita e lo fa sempre con mente lucida per prendere decisioni (tutte) importanti in una frazione di secondo. Tutto ciò è indispensabile, perché oltre all’aspetto teorico un buon arbitro deve essere in grado di seguire con buon dinamismo lo sviluppo dell’azione, cercando di essere quanto più vicino all’azione per giudicare meglio e non lasciarsi ingannare.

Ma faccio un passo indietro. Ho iniziato quest’esperienza 3 anni fa, quando a causa di problemi lavorativi e familiari, non riuscendo a reggere determinati impegni e ritmi, ho deciso di smettere.

Poi però, dopo un anno dove sono riuscito a stabilizzarmi, mi resi conto che il campo da calcio mi stava mancando. La voglia di ritornare era tanta, ma avrei dovuto fare i conti con una condizione fisica pessima (misi 15 kg) e con la fresca gioventù.

LA MIA PRIMA VOLTA

Vidi su facebook un annuncio per il corso arbitri e decisi di andarci. “Massì, giusto per capire com’è!”. Alla prima lezione mi ritrovai seduto in mezzo ai giovani. “Loro sì che faranno carriera, non io. Io avrò la mia Serie A.”. In un’ora e mezza furono dette 3 cose, 2 non le sapevo! Questa cosa mi incuriosì… ritornai per la seconda lezione. E la terza… e così via. Nel frattempo mi allenavo per tornare in forma, anche perché volevo arrivare al mio matrimonio in splendida forma.

Il corso, tendenzialmente, dura circa 2/3 mesi. È utile per preparare la prova scritta, il colloquio orale e la prova di abilità psico-motoria, con prove legate a scatto a resistenza. Una volta superate le prove si è pronti per cominciare ad essere designati per andare ad arbitrare una partita.

Al mio esordio mi batteva forte il cuore e la paura di sbagliare o muoversi male era tanta. Sono bastati un paio di minuti per sciogliere la tensione e portare al termine la partita soddisfatto.

23 Settembre 2017, Stadio SADA di Monza

DIVENTARE ARBITRO

Come dicevo all’inizio, il ruolo dell’arbitro è quello più difficile in campo, specialmente se fino alla prima categoria sei da solo: non hai i colleghi assistenti ufficiali, non hai il quarto uomo, non hai la VAR.

I giocatori accettano le decisioni dell’arbitro, anche se sbagliate, se lo stesso dimostra personalità e coerenza fin da subito, senza autorità ma con autorevolezza.

“Il direttore di gara deve applicare e far rispettare un regolamento e quindi deve essere riconosciuto come giudice autorevole e non autoritario.”

5 Maggio 2019, Stadio Comunale di Pioltello

L’impegno costante di certo non manca poiché bisogna sempre mantenere un’ottima condizione fisica e aggiornarsi costantemente alle modifiche apportare sul regolamento dall’IFAB. A volte un errore tecnico, oltre a cambiare l’esito di una partita, può portare alla ripetizione della stessa. Per cui, è fondamentale come già detto conoscere sin nei minimi dettagli il regolamento.

E ancora: il coraggio. Un buon arbitro non può prescindere da questa dote, perché è veramente importante avere la giusta dose di personalità per fischiare un rigore ad una squadra avversaria in uno stadio infuocato, con livelli di decibel altissimi.

Inoltre, per diventare arbitri di ottimo livello, è fondamentale capire al meglio gli aspetti tecnici e tattici del gioco, per valutare al meglio ogni singolo gesto e seguire attraverso movimenti nel campo adeguati lo svolgimento delle azioni. E, infine, avere la capacità di dialogo necessaria per fronteggiare con autorevolezza e rispetto le immancabili critiche di personalità differenti in campo.

Andrea

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